«Meditazione è una parola, e come tutte le parole inventate dalla mente umana è riduttiva, come allo stesso modo è riduttiva qualsiasi spiegazione che io possa darti a livello razionale. Essere adesso! Ora! In questo istante, si avvicina molto a quello che intendo per Meditazione»
La giornata di lavoro iniziò con una meditazione attiva energetica, che consisteva nel muoversi seguendo una musica e recitando un mantra con movimenti non liberi tipo quelli di quando si balla, bensì gesti consapevoli il cui scopo era quello di muovere delle energie sopite nel corpo.
Il Risveglio Energetico è una meditazione attiva che da allora mi accompagnò per parecchio tempo; eseguita al mattino è un toccasana per iniziare bene la giornata. L’attività è composta da quattro momenti: il primo è una marcia sul posto che si esegue sbattendo i piedi per terra e recitando il mantra “Son sveglio son pronto”, atta a richiamare le energie basse della terra; il secondo movimento è una frizione di tutto il corpo che si esegue ripetendo il mantra “Svegliatevi atomi e cellule del mio corpo, svegliatevi” e serve a portare l’energia della terra in tutto l’organismo; il terzo consiste nell’alzare petto, viso e braccia al cielo nel gesto del ricevere e, contemporaneamente, molleggiare sulle ginocchia ripetendo il mantra “Vieni energia io mi arrendo”. In questo movimento il Maestro ci diceva di immaginare che una cascata di luce dorata piovesse dal cielo inondandoci completamente e poi aggiungeva:
«L’essere umano è come un canale vuoto attraverso cui scorre l’energia vitale, universale, pranica o divina, chiamatela come volete. L’importante è che sappiate che tale energia è la somma di quella terrena, più pesante e concreta, con quella celeste eterea e impalpabile. Nelle prime tre fasi della meditazione aprirete il canale e permetterete lo scorrere dell’energia: riceverete attraverso i piedi l’energia della terra, poi la porterete ad ogni singola cellula e atomo del vostro corpo, quindi chiuderete il circuito mettendo in contatto l’energia celeste con quella terrena. A questo punto il vostro canale sarà libero, dentro di voi scorrerà l’amore e sarete in grado di lasciarlo uscire attraverso il cuore» Infatti, nell’ultima fase della meditazione, ci spiegò di lasciarci andare completamente alla musica immaginando che dal nostro cuore uscisse un raggio di luce dorata rivolto al mondo:
«Il movimento questa volta è libero» ci disse il Maestro «tuttavia non dovete danzare, ma lasciare che il corpo si muova spontaneamente. Il mantra da ripetere è:” io amo tutto ciò che mi circonda”»
Dopo la meditazione ci fece cenno di seguirlo e percorremmo il solito sentiero nel bosco fino a una piccola radura protetta. Rimanemmo in piedi sotto una pianta di castagno che aveva la secolare corteccia segnata dal tempo e solcata dal muschio. Mentre ci tenevamo per mano in cerchio, alzai lo sguardo e vidi l’imponente chioma dell’albero che ci proteggeva accogliendoci: i caratteristici fiori maschili, appena spuntati tra i piccoli ricci ancora verdi, si muovevano nella brezza rilasciando il prezioso polline; in terra tra i residui dei ricci e le foglie cadute negli autunni precedenti spuntava un manto di verde erbetta, presagio di nuova vita.
Tratto dal romanzo “Dialogando con il Maestro”