Le meditazioni attive, si differenziano dalla più conosciute meditazioni statiche in quanto queste sono composte oltre che da una parte immobile anche da una o più parti in movimento.
Vi sono vari tipi di meditazione attiva, la catartica è una di queste il cui scopo è quello di generare un flusso catartico di pulizia dalle emozioni negative, la pesantezza, e la rabbia repressa.
Il movimento catartico del corpo ti aiuta ad entrare in contatto con la tua parte ancestrale più profonda ed il più delle volte repressa. Nella cultura odierna si tende a vergognarsi delle proprie manifestazioni primarie considerate svilenti e poco illuminanti. Reprimerle tuttavia non è la strada giusta in quanto con il tempo vi è la possibilità che l’energia generata da tali emozioni si sfoghi a livello fisico creando disturbi oppure a livello emotivo originando manifestazioni eclatanti e incontrollate.
L’accettazione e l’osservazione di tali comportamenti è la strada giusta per comprenderne innanzitutto la causa e per poter gestirne in seguito il grande carico energetico che esse genarono, trasformandolo creativamente a nostro vantaggio. Osservare il meccanismo della rabbia, ad esempio, può aiutarti ad avere un rapporto sano e maturo con essa, senza vergognartene ed accettarla per quello che è: una manifestazione del nostro essere animale.
Il contatto con la tua rabbia ti spaventa e ti crea difficoltà in quanto fin da bambino sei stato condizionato a trattenerla, a non sfogarla e a sentirti in colpa quando essa ti assale. Per questo motivo negli anni l’hai soffocata e te ne sei vergognato. Essa tuttavia non si è dissolta, ma si è accumulata dentro di te e negli anni ti ha riempito completamente. Ormai è di dominio pubblico che la rabbia repressa può sfociare in varie forme di patologia, comportamentale, psicologica o fisica.
La rabbia fa parte del bagaglio personale che ogni essere umano porta con sé. Gli è stato doto dall’evoluzione ed in qualche modo anche questa energia primaria ha contribuito alla sopravvivenza della specie. Ci è servita quando abbiamo dovuto difenderci dalle fiere feroci, oppure quando ci siamo ribellati ai soprusi dei tiranni, ho quando ci siamo opposti alle inique degli approfittatori.
Essa manifestandosi quando ti senti vessato dagli altri o dalle situazioni, ti dà la forza per sgomitare e svincolarti: essa è sana, non è negativo difendere il proprio spazio, la propria energia vitale a patto che lo si faccia con consapevolezza attivando la fermezza e non lasciarsi accecare.
La repressione della rabbia è cominciata prima con la convivenza e poi con il raggruppamento in civiltà socialmente complesse. In questi contesti si è venuta a creare una forma di auto repressione per essere socialmente accettati, innescando un sistema di quieto vivere che in verità è utile: prova ad immaginare la convivenza in una società di irascibili.
In una collettività evoluta, composta da individui maturi e consapevoli gli sfoghi di rabbia dovrebbero scomparire, ed effettivamente in parte ciò è quello che si sta cercando di ottenere, ma la costrizione non è la strada giusta. La rabbia repressa, non scompare nel nulla, ma viene accumulata e comprimendola essa prima o poi si sfoga e prende il sopravvento generando comportamenti squilibrati e pericolosi per sé e gli altri.
Se la strada della repressione non è quella giusta e neanche il vivere senza inibizioni completamente accecati dalla rabbia lo è, come si potrà mai arrivare ad una convivenza pacifica e matura?
L’osservazione ne è la soluzione. Potremmo insegnare ai nostri bambini a non reprimere gli scatti d’ira, stimolandoli nell’osservazione dei propri comportamenti. Questo porterà a trasformare la rabbia, che da un meccanismo primordiale di autodifesa diverrà uno strumento di autodiagnosi. Così facendo genereremo un adulto maturo perfettamente in grado di convivere in armonia con sé stesso e con gli altri. Un adulto che sarà d’esempio ai propri figli i quali si ritroveranno predisposti in questo senso e non più condizionati.
La strada dell’osservazione è utile anche agli adulti, ed è l’unico modo che tu hai a disposizione per uscire dal circolo vizioso imposto dai tuoi condizionamenti.
Quando ti trovi in una situazione che origina rabbia tu puoi reprimerla oppure sfogarla, in entrambi i casi però sarai preda di un automatismo.
La repressione è un meccanismo generato da un condizionamento sociale che a lungo andare potrà darti problemi, anche il lasciarti andare allo sfogo è un meccanismo evolutivo creato in questo caso dall’esistenza e che quindi non genera problemi a livello individuale e personale, ma che genera problemi a livello sociale.
Come puoi quindi affrontare le situazioni che generano in te rabbia e scatti di ira incontrollati. Osservandoti mentre ti reprimi o mentre ti lasci andare alla rabbia, semplicemente osservandoti senza giudizio o sensi di colpa, questo è il modo sano per sviluppare la tua capacità di trasformazione.
In una situazione in cui sei portato a reprimere il tuo istinto osservati durante il processo, osserva la rabbia che ti sale in corpo, la quale trasforma il tuo metabolismo e che tu trattieni. Chiediti da dove arriva, esamina le cause che l’hanno prodotta. Appena puoi però esci dalla situazione che ti obbliga a trattenerti e sfogati fisicamente in un luogo appartato: urla, prendi a pugni un cuscino, svolgi attività fisica fino a sfiancarti, è importante che tu lo faccia per non accumulare ulteriore rabbia repressa. Anche in questo caso osservati, senti il tuo corpo, il suo sfogo e la fisicità.
Il percorso di testimonianza ti condurrà, dopo una pratica assidua, verso una piena consapevolezza del fenomeno inevitabile che genera la rabbia e che tu puoi trasformare come ti ho detto in precedenza in strumento di autodiagnosi oppure nella emozione superiore chiamata fermezza.
Con la pratica il lavoro di testimonianza condotto senza giudizio e sensi di colpa ti porterà direttamente all’assenza di rabbia, non perché venga repressa e non manifestata, ma semplicemente perché verrà mostrata in maniera matura e saggia: con la fermezza e l’autorevolezza.
Esiste tuttavia una rabbia primigenia che l’uomo si porta dietro sin dalla nascita, questa è dovuta dal passaggio da una vita intrauterina ovattata e confortevole al mondo esterno chiassoso e freddo, in cui sgomitare per farsi largo.
Sì, la nascita è il primo grande trauma che l’umanità si porta dietro e che in molte persone non è ancora stato elaborato. La rabbia che ti porti dietro sin dalla nascita fa da catalizzatore per l’innesco di sempre nuove situazioni che a sua volta tu reprimi, le quali alimentano ulteriormente il serbatoio della rabbia repressa e così via in un crescendo continuo. Comprenderai che tutta questa energia accumulata negli anni dovrà sfogare il suo impeto e i modi sono essenzialmente due: implosione ed esplosione. Nel primo caso tutta questa energia causerà problemi a livello fisico, psicologico ed emotivo; nel secondo problemi nelle relazioni e a livello sociale.
Ora puoi comprendere quale e quanta compressione hai accumulato negli anni ed è giunto il momento di lasciare uscire e sfogare tale energia, non continuare ad accumularne di nuova e soprattutto imparare a trasformare e utilizzare questa energia primigenia.
I prossimi ritiri di meditazione catartica per contattare e trasformare la tua rabbia
Meditazioni catartiche
- Catarsi nella rabbia: meditazione attiva catartica da praticare in due per aiutarsi vicendevolmente a lasciar uscire la rabbia repressa.
- Depurazione sottile: meditazione attiva catartica di purificazione… provala on line
- Lasciati attraversare dalla rabbia: meditazione attiva catartica da praticare in due e in gruppo.
- Osserva la rabbia: meditazione attiva catartica di osservazione.
- Sfoga la rabbia antica: meditazione attiva catartica di decompressione. Una meditazione guidata che ho ideato appunto per questo scopo, una meditazione di una ventina di minuti da praticare per un mese tutti i giorni… provala on line