Due varietà di grano antico insieme alla segala, la miscela giusta per il nostro pane quotidiano
Circa quattro anni or sono, durante la fiera scambio “Una Babele Di Semi” nata per preservare le piante autoctone di varietà antiche e che si tiene tutti gli anni nel mese di febbraio presso la cascina Roccafranca a Torino, incontrai un singolare signore che calamitò subito la mia attenzione. Era un contadino dell’auto sussistenza, mi disse che viveva solo di quello che produceva, senza corrente elettrica, cucinando il cibo e scaldandosi con la legna del suo bosco. Gli dissi quanto mi affascinasse il suo stile di vita, e di come anche noi nella nostra struttura stiamo tendendo alla auto produzione per la nostra sussistenza, e di come incontrassi non poche difficoltà.
Quando egli sentì che mia moglie produceva il pane con la pasta madre cuocendolo nel forno a legna si illuminò e mi chiese dove prendessimo il grano. Gli dissi che lo compravamo da un contadino nelle vicinanze che lo produceva biologicamente, e lui per tutta risposta tirò fuori un sacchetto del pane colmo di semi: “Prendi, questa è una miscela di grani antichi e di segale, è quello che uso io per farmi il pane”.
Negli anni a venire quel sacchetto è diventato prima una piccola parcella, poi un campo in cui amici, conoscenti ed ospiti della struttura si sono divertiti a mietere e trebbiare il grano con noi. I suoi chicchi dorati, nelle sapienti mani di Lilli, si sono trasformati, prima in farina integrale macinata con il nostro mulinetto a pietra, poi in un pane sublime: il nostro pane, impastato del quotidiano lavoro di tutti noi, e cotto con la legna secca ricavata dalla pulizia del bosco che circonda la nostra struttura. Ringrazio l’esistenza di averci dato la possibilità e la forza di costruire il nostro centro di meditazione dove vivere e condividere con ogni essere di buona volontà uno spazio fisico e spirituale costituito da semplicità e silenzio in piena armonia con il tutto.