«Maestro voglio cambiare qualcosa della mia vita ma sono inchiodato, impietrito, mi sento perso»
«È proprio quando tutto sembra perduto, quando ti coglie la disperazione, che sei vicino al salto di qualità. A te la scelta! Puoi insistere ed avanzare ancora di qualche metro, saltare nel vuoto ed atterrare dall’altra parte del fosso per scoprire un mondo nuovo, oppure fermarti al margine inchiodato dalla tua paura»
La risposta mi arrivò dritta allo stomaco, la raccolsi e me la misi sul cuore.
«Ho visto troppi fermarsi impauriti al limite del baratro quando bastava allungare una gamba e con un balzo oltrepassarlo. Ho ascoltato le lamentele di coloro che camminando lungo il fossato, avanti e indietro, dicevano di non riuscire più a vivere entro i suoi limiti, ho commiserato l’illusione di quanti ne hanno percorso per chilometri i margini, nella remota speranza di trovare un ponte, pur di essere certi di non sbagliare il salto. Caro fratello, io ti dico che i ponti non esistono. Non avere paura della paura, essa ti è amica ed è sorella del coraggio, solo gli sciocchi non hanno paura: dove c’è la paura vi è un inizio. Sperimenti la paura quando la tua vita sta cambiando, quando inizia la tua evoluzione. Certo! Tu ancora non lo sai, la paura atavica dell’ignoto ti blocca, ma l’intelligenza e la curiosità ti infonderanno il coraggio e la forza di proseguire sul tuo nuovo cammino. Non bloccarti nella paura, non demonizzarla, essa è un meccanismo evolutivo nato per proteggerti, ti dà la possibilità di fermarti un attimo, di ponderare, di chiederti il perché, di vedere a che punto sei, ma dopo vai oltre: oltre la paura c’è la rinascita, l’amore, la vita degna di essere vissuta in ogni attimo senza rimpianto alcuno»
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I raggi di un caldo sole pomeridiano che attraversavano le fronde degli alberi ci riscaldavano i visi, come le parole ci scaldavano il cuore. La stanza era piena di colori: tappeti, cuscini e tende adornavano l’ambiente rendendolo accogliente e intimo.
L’aroma di incensi e candele profumate si spandeva insinuandosi sino nei più reconditi meandri dell’anima. Gli occhi dei miei compagni intenti a scrutare l’essenza del Maestro erano luminosi e vividi quanto la fiamma delle candele: evidentemente le sue parole toccarono anche loro, era un argomento consono a tutti quanti noi e lui doveva averlo percepito.
Tratto dal romanzo “Dialogando con il Maestro”